Oggi, i rischi legati al possibile ulteriore innalzamento del prezzo del metano o, addirittura, all’interruzione delle forniture dalla Russia, potrebbero riproporre il problema in scala maggiore con conseguenze a dir poco negative, sia sull’autotrasporto merci, sia, stavolta, anche sulla mobilità individuale, ovviamente di chi ha un’auto diesel. Vediamo perché.

Perché potrebbe scarseggiare l’AdBlue?

L’AdBlue che altro non è che una soluzione di urea e acqua, è l’additivo necessario ad abbattere le emissioni di NOX (ossidi di azoto) e far funzionare correttamente i catalizzatori SCR utilizzati nella maggior parte dei motori Diesel di ultima generazione (da euro 5 in su)

L’aumento del costo dell’AdBlue è legato direttamente all’innalzamento del prezzo del metano da cui si estrae l’idrogeno che è uno degli elementi principali per la produzione dell’urea (l’atro è l’azoto presente nell’aria).

Le principali aziende europee che producono AdBlue non riescono a sostenere il costi di produzione lasciando il prezzo di vendita concorrenziale e dunque preferiscono “sospendere” la produzione piuttosto che andare in perdita e per questo in un prossimo futuro l’AdBlue potrebbe scarseggiare.

La “formula” dell’additivo, è standard e certificata in modo che possa essere utilizzata su tutti i motori e catalizzatori, quindi non modificabile. Questo significa che nel serbatoio di AdBlue può andare solo un tipo specifico di prodotto non sostituibile.

La necessità di far viaggiare le auto con meno emissioni nocive possibili, comporta che l’assenza di AdBlue o la sua discesa nel serbatoio sotto un livello minimo “costringa” le centraline ad abbassare le prestazioni fino a impedire l’avviamento dei veicoli. Quindi, senza AdBlue l’auto Diesel resta ferma.

Qual è la situazione ora?

L’unico produttore di AdBlue in Italia, la Yara di Ferrara che fornisce circa il 60% dell’additivo consumato nel nostro Paese, a causa del rincaro del prezzo del metano, il 9 marzo scorso ha comunicato l’interruzione (sine die) di urea (sia per uso agricolo, sia per AdBlue) perché impossibilitata,

“a riversare a valle i maggiori costi, sopratutto quelli del settore agricolo”.

Lo stesso sta avvenendo negli impianti Yara Francesi. Al momento, Yara realizza l’AdBlue in Italia attraverso le forniture di urea che arrivano da alcuni altri stabilimenti situati all’estero, dove però la produzione di urea si è quasi azzerata. Il restante 40% del mercato italiano è coperto da una produzione che utilizza urea importata, in parte, anche dalla Russia e quindi, anche in questo caso, potrebbero esserci serie difficoltà di approvvigionamento.

Che succederà nei prossimi giorni?

Per quanto riguarda le auto, in questo momento, non si può dire che si stia vivendo un vera emergenza. Il consumo medio di AdBlue su un motore diesel è di circa 500 km/l considerando che la capienza media dei serbatoi di AdBlue sulle auto è di 15/20 litri a seconda del modello, l’autonomia con un pieno di AdBlue è fra i 7.500 e i 10.000 km.

Quindi quello che potrebbe succedere in futuro è, come detto è che il prezzo aumenti con il diminuire della disponibilità di prodotto. Difficile dire al momento in che misura, molto dipende come detto dalle oscillazione del prezzo del metano.

A rendere il tutto più paradossale, è che nella malaugurata ipotesi di assenza totale di AdBlue potrebbero circolare, oltre ai motori a benzina elettrici o a gas, solo il veicoli diesel più vecchi e dunque più inquinanti. Insomma, come tornare indietro di circa vent’anni.

Per maggiori informazioni e supporto gratuito (ANCHE a DISTANZA) non esitare a contattarmi.

p.a. Nunzio Costa