Dal 2035 si potranno vendere e immatricolare solo nuove auto 100% a emissione zero. Niente più benzina, diesel e anche ibride che però potranno continuare a circolare se immatricolate prima di quella data. Questa la recente decisione (inderogabile) dell’Europarlamento che dovrebbe modificare il parco auto europeo nei prossimi anni. Ecco nel dettaglio cosa prevede e come ci si dovrà comportare.
Quindi il Parlamento Europeo ha approvato che dal 2035 non potranno più essere vendute e immatricolate in Europa nuove auto diesel, benzina e neppure quelle ibride. Quindi via libera solo alle auto a emissione zero, ovvero, al momento solo a quelle elettriche. E, cosa più importante, la decisione presa da Strasburgo è di quelle che non prevedono alcuna deroga (se non per i piccoli produttori).
Si tratta di una normativa che rientra nel pacchetto “Fit for 55“, il piano UE per una transizione verde, che deve portare a un abbattimento del 100% delle emissioni di CO2 dai tubi di scappamento entro il 2035. Proprio per valutare lo stato di avanzamento di questa transizione (anche in termini di impatto sull’occupazione) nel 2026 ci sarà un momento di verifica in cui la UE potrebbe considerare modifiche alla norma o valutare nuove tecnologie (sempre a emissioni zero) in alternativa all’elettrico.
La decisione del parlamento Ue darà certamente il là definitivo alla diffusione dell’elettrico (si spera anche a livello di infrastrutture) e alla ricerca di soluzioni alternative come idrogeno e biocarburanti.
Tuttavia i dati ci dicono che l’Italia non è un paese per l’elettrico. Se si considera che in Germania circola già oltre un milione di auto completamente elettriche e che in Norvegia, nel 2022, 8 auto immatricolate su 10 erano elettriche “pure”, in Italia di strada da fare ce n’è ancora parecchia: nei primi 30 giorni del 2023 solo il 2,5% delle auto immatricolate era davvero totalmente elettrico.
Quasi due quarti (il 72,2%) delle auto immatricolate a gennaio sono ancora a benzina, diesel oppure mild hybrid (ovvero la tipologia di ibrido che utilizza la parte elettrica del motore soltanto di rado e per brevissimi tragitti).
Inoltre c’è la questione dell’arretratezza della nostra rete di colonnine per il rifornimento delle auto elettriche. In tutta la rete autostradale di Aspi le colonnine ad alta potenza sono solo 50, mentre in tutto il territorio nazionale i punti di ricarica sono 36.772 distribuiti in poco più di 15 mila località. Ancora troppo poche per pensare di sostituire l’intero parco auto a partire dal 2035. In relazione al numero di auto elettriche circolanti, l’Italia ha più punti di ricarica rispetto a Regno Unito, Francia, Germania e Norvegia, ma si tratta di Paesi dove circolano già ora (come abbiamo visto) molte più auto elettriche che in Italia.
Ma cosa ne sarà da qui al 2035 delle auto non elettriche in circolazione? Potranno ancora circolare? Potranno essere vendute come usate? Si troveranno ancora distributori di benzina o diesel per fare rifornimento? Cosa conviene fare se oggi devo cambiare l’auto? Ed è vero che mi costerà di più mantenere un’auto elettrica? Proviamo a dare risposte ad alcune di queste domande.
Posso continuare a circolare con un’auto non elettrica anche dopo il 2035?
Sì, certamente. Il provvedimento UE impatta solo sulle nuove immatricolazioni fatte a partire dal 2035. Vuol dire che fino a quel momento si possono tranquillamente acquistare e immatricolare anche auto che non siano elettriche e che dopo il 2035 queste stesse auto potranno tranquillamente continuare a circolare per le strade (salvo eventuali nuove limitazioni a livello locale, come ad esempio Area B a Milano).
Potrò acquistare una nuova auto ibrida (plugin hybrid) anche dopo il 2035?
No. La norma europea prevede che dal 2035 non siano più vendute e immatricolate auto motorizzate con un sistema di combustione termica (responsabile delle emissioni di CO2), anche se presente su veicoli ibridi. Detta in soldoni, quando un’auto ibrida plugin non funziona in elettrico, subentra il motore a combustione, che produce comunque CO2 (l’emissione della quale è vietata dal 2035).
Quale auto mi conviene comparare oggi?
Se ne compro una a benzina rischio di non trovare più distributori?
Considerando che le auto a combustione interna vendute prima del 2035 potranno continuare a circolare, è inverosimile aspettarsi che nei prossimi anni si riduca sensibilmente il numero di distributori. Più in là nel tempo potrebbe accadere, anche se non spariranno del tutto. Infatti ricordiamo che un’auto a combustione interna acquistata nel 2034 potrà circolare (a quanto sappiamo oggi) anche dopo il 2035; dunque c’è da aspettarsi che i distributori di benzina (seppure magari in numero inferiori) resteranno operativi.
Se ne ho appena acquistata una ibrida, potrò rivenderla come usato?
Le auto che sono già in circolazione nel 2035 non verranno toccate dal divieto. Quindi possiamo supporre che, oltre che essere utilizzate, potranno anche essere vendute come usato. Bisognerà però capire quale sarà la richiesta. E’ veramente difficile immaginare oggi come sarà composto il parco circolante al 2035 (e come sarà il mercato dell’usato).
Auto a km “zero” a benzina o diesel saranno ancora vendibili nel 2035?
Con auto a km zero si intende un’auto quasi nuova, già immatricolata dal concessionario, che può aver percorso pochi chilometri, perché ad esempio è stata utilizzata per brevi esposizioni o per un test drive. Un’auto a km zero è comunque considerata una vettura di seconda mano, questa classificazione, è importate perché di fatto la rende commercializzabile anche nel 2035.
Le assicurazioni saranno più alte?
La quota di mercato delle auto elettriche “pure” è ancora molto piccola in Italia e quindi, al momento, i costi di riparazione delle stesse non incidono in maniera significativa sul costo medio dei sinistri. La polizza per un’auto elettrica è al momento generalmente più conveniente rispetto a quella per un’auto di pari segmento alimentata a benzina, in media intorno al 20%. Una cosa però che potrebbe cambiare con l’aumento del numero delle auto elettriche in circolazione e quindi con l’aumento dei sinistri che vedono veicoli elettrici coinvolti.
Inoltre la tecnologia applicata ai veicoli elettrici ha ancora costi molto elevati. Questo si traduce in alti costi di acquisto per i consumatori, ma anche potenzialmente in alti costi di riparazione per le assicurazioni in caso di incidente: un altro fattore che in genere influisce sulla formulazione dei premi assicurativi. Tuttavia, è ragionevole pensare che col passare del tempo anche queste tecnologie (che tra l’altro sono in evoluzione costante) saranno disponibili a costi sempre più bassi.
Per maggiori informazioni e supporto gratuito (ANCHE a DISTANZA) non esitare a contattarmi.
p.a. Nunzio Costa